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24/02/2021 MODULISTICA: Modello "Fac simile mappatura analitica" con matrice dei rischi del contesto esterno (modello esemplificativo della mappatura da scaricare dalla piattaforma)

In allegato viene reso disponibile il:

  • Modello "Fac simile mappatura analitica" con matrice dei rischi del contesto esterno (modello esemplificativo della mappatura da scaricare dalla piattaforma)

Al riguardo si ricorda quanto segue.

Al PTPCT deve essere allegata la matrice del rischio del contesto esterno.
Conseguentemente, vanno aggiornate:

  • la mappatuta degli stakeholder esterni contenuta nella precedente edizione del PTPCT
  • le rilevazioni delle tipologie di relazioni e sistenti con l'amministrazione al fine di valutare il rischio di corruzione che può essere presente nelle interrelazioni medesime.

L’aggiornamento dell'analisi del contesto esterno, Che costituisce il presupposto per l'elaborazione della matrice del rischio e per la valutazione del rischio del contesto esterno, ha come duplice obiettivo quello di:

  • evidenziare come le caratteristiche strutturali e congiunturali dell’ambiente nel quale l’amministrazione si trova ad operare possano favorire il verificarsi di fenomeni corruttivi;
  • condizionare la valutazione del rischio corruttivo e il monitoraggio dell’idoneita' delle misure di prevenzione.

Si tratta di una fase preliminare indispensabile, se opportunamente realizzata, in quanto consente all'amministrazione di definire la propria strategia di prevenzione del rischio corruttivo anche, e non solo, tenendo conto delle caratteristiche del territorio e dell’ambiente in cui opera. In particolare, l’analisi del contesto esterno consiste nell’individuazione e descrizione delle caratteristiche culturali, sociali ed economiche del territorio o del settore specifico di intervento (ad esempio, cluster o comparto) nonché delle relazioni esistenti con gli stakeholder e di come queste ultime possano influire sull’attività dell’amministrazione, favorendo eventualmente il verificarsi di fenomeni corruttivi al suo interno. In altri termini, la disamina delle principali dinamiche territoriali o settoriali e influenze o pressioni di interessi esterni cui l’amministrazione può essere sottoposta costituisce un passaggio essenziale nel valutare se, e in che misura, il contesto, territoriale o settoriale, di riferimento incida sul rischio corruttivo e conseguentemente nell’elaborare una strategia di gestione del rischio adeguata e puntuale.

Da un punto di vista operativo, l'aggiornamento dell’analisi del contesto esterno è riconducibile sostanzialmente a due tipologie di attività:

  1. l’aggiornamento dei dati del contesto esterno contenuti nella precedente edizione del PTPCT;
  2. l’aggiornamento della valutazione del rischio corruttivo del contesto esterno.

Con riferimento al primo aspetto, è opportuno che l’amministrazione utilizzi dati e informazioni sia di tipo “oggettivo” (economico, giudiziario, ecc.) che di tipo “soggettivo”, relativi alla percezione del fenomeno corruttivo da parte degli stakeholder.
Le informazioni possono essere ricavate da fonti diverse, esterne ed interne all’amministrazione e potrebbero confluire in banche dati digitali, comuni ed interoperabili, a disposizione delle amministrazioni dello stesso territorio o settore d’intervento.

Fonti esterne

Riguardo alle fonti esterne, l'aggiornamento dei dati va effettuatto reperendo una molteplicità di dati relativi al contesto culturale, sociale ed economico attraverso:

  • la consultazione di banche dati
  • la consultazione di studi di diversi soggetti e istituzioni (ISTAT, Università e Centri di ricerca, ecc.).

Particolare importanza rivestono i dati giudiziari relativi a:

  • tasso di criminalità generale del territorio di riferimento (ad esempio, omicidi, furti nelle abitazioni, scippi e borseggi)
  • presenza della criminalità organizzata e/o di fenomeni di infiltrazioni di stampo mafioso nelle istituzioni, nonché più specificamente ai reati contro la Pubblica Amministrazione (corruzione, concussione, peculato etc.)

reperibili attraverso diverse banche dati (ISTAT, Ministero di Giustizia, Corte dei Conti o Corte Suprema di Cassazione).

Può essere molto utile inoltre:

  • condurre apposite indagini relative agli stakeholder di riferimento attraverso questionari on-line o altre metodologie idonee (es. focus group, interviste etc.).

Fonti interne

Riguardo alle fonti interne, l'aggiornamento dei dati va effettuatto utilizzando:

  • interviste con l’organo di indirizzo o con i responsabili delle strutture;
  • segnalazioni ricevute tramite il canale del whistleblowing o altre modalità;
  • risultati dall’azione di monitoraggio del RPCT;
  • informazioni raccolte nel corso di incontri e/o attività congiunte con altre amministrazioni che operano nello stesso territorio o settore

La scelta dei dati da utilizzare per realizzare l’aggiornamento dell'analisi del contesto esterno deve essere ispirata a due criteri fondamentali:

a) la rilevanza degli stessi rispetto alle caratteristiche del territorio o del settore;
b) il bilanciamento delle esigenze di completezza e sintesi, dal momento che l’amministrazione dovrebbe reperire e analizzare esclusivamente i dati e le informazioni utili ad inquadrare il fenomeno corruttivo all’interno del territorio o del settore di intervento.

In altri termini, in sede di aggiornamento, è importante selezionare ed analizzare le informazioni e i dati in maniera non acritica ma funzionale alla realizzazione delle fasi di identificazione e analisi degli eventi rischiosi nonché di individuazione e programmazione delle misure specifiche di prevenzione. A tal fine può rivelarsi utile che nel PTPCT venga fornita evidenza specifica di come l’analisi di contesto esterno abbia portato elementi utili:

  • alla rilevazione di aree di rischio da esaminare prioritariamente
  • alla identificazione di nuovi eventi rischiosi
  • alla elaborazione di misure di prevenzione specifiche

Infine, l’aggiornamento dell'analisi di contesto può beneficiare di attività di collaborazione tra amministrazioni che operano in uno stesso territorio o nello stesso settore e che potrebbero disporre di risorse e capacità di acquisizione e analisi dei dati diverse, realizzando in tal modo economie di scala, e producendo analisi congiunte. Ai sensi di quanto previsto dall’art. 1, co. 6, della l. 190/2012, le Prefetture territorialmente competenti possono fornire, su richiesta degli enti locali, un supporto tecnico e informativo anche nell’ambito della consueta collaborazione con detti enti.
Analogamente, anche le “zone omogenee” delle città metropolitane, possono rappresentare un utile riferimento per i comuni del territorio ai fini dell’aggiornamento dell'analisi del contesto esterno, così come le Province possono fornire un supporto agli enti locali che ricadono nel relativo ambito territoriale (cfr. parte speciale del PNA 2016, Approfondimento I, “Piccoli Comuni”).

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