L’esigenza avvertita dai RPCT di racchiudere i dati in tabelle al fine di assicurarne la fruibilità e la confrontabilità è stata già avvertita dal legislatore che, in più punti del d.lgs. n. 33/2013, fa rinvio a schemi e tabelle, di regola predisposti da soggetti terzi individuati per la specifica competenza nel settore da schematizzare. È il caso, ad esempio: - dell’art. 29, comma 1-bis, che prevede la pubblicazione, anche attraverso un portale unico, dei dati relative alle entrate e alle spese di cui ai propri bilanci preventivi e consuntivi in formato tabellare aperto “secondo uno schema tipo e modalità definiti con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri da adottare sentita la Conferenza unificata”; - dell’art. 33, comma 1, che prevede la pubblicazione, anche attraverso un portale unico, degli indicatori sui tempi di pagamento “secondo uno schema tipo e modalità definiti con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri da adottare sentita la Conferenza unificata”; - dell’art. 38, comma 2, che prevede la pubblicazione delle informazioni relative ai tempi, ai costi unitari e agli indicatori di realizzazione delle opere pubbliche sulla base di “uno schema tipo redatto dal Ministero dell’economia e delle finanze d’intesa con l’Autorità nazionale anticorruzione, che ne curano altresì la raccolta e la pubblicazione nei propri siti web istituzionali al fine di consentirne una agevole comparazione”. Ad eccezione dello schema tipo di cui all’art. 33, comma 1, per il quale si rinvia al par. 5.11, gli altri due non risultano ad oggi adottati sicché le pubbliche amministrazioni tendono a dividersi tra quelle che optano per non pubblicare i dati ivi indicati, e quelle che azzardano propri modelli. In altri casi è l’ANAC stessa che, in sede di redazione del sopra citato allegato 1, ha indicato, per taluni dati, la pubblicazione in tabelle. È questo il caso, per esempio, dei dati collocati nelle sotto-sezioni “Organizzazione/Titolari di incarichi politici”, “Personale/Incarichi amministrativi di vertice”, “Consulenti e collaboratori/Titolari di incarichi di collaborazione o consulenza” e, ancora, “Personale non a tempo indeterminato” sia per il personale che per i costi, “Performance/Ammontare complessivo dei premi/Dati relativi ai premi”. Volendo sintetizzare quanto emerso dalla lettura delle risposte dei RPCT consultati, si può concludere nel senso che:
A) pochissimi non richiedono alcun modello, ritenendo sufficiente la standardizzazione espressa dalla propria pagina “Amministrazione trasparente”; è il caso ad esempio di una società che, ritenendo di aver già provveduto a definire propri standard calibrati sulla specifica realtà aziendale, sostiene che definire uno standard generalista, cioè da applicare a tutte le amministrazioni o società pubbliche, potrebbe renderne difficoltosa la compilazione;
B) alcuni, soprattutto tra i Comuni, sono più generalisti, ritenendo opportuno un modello o standard per ciascun obbligo di pubblicazione;
C) la maggior parte, tuttavia, fornisce indicazioni pratiche su quali sono le sezioni che andrebbero standardizzate mediante modello.
Tra questi:
C1) c’è chi ritiene che le sottosezioni da standardizzare siano tutte quelle nelle quali il legislatore ha prescritto, in maniera più o meno dettagliata, specifiche modalità di pubblicazione dei dati, come nel caso, per esempio, dello scadenzario degli obblighi amministrativi (art. 12, comma 1-bis), dei rendiconti dei gruppi consiliari provinciali e regionali (art. 28, comma 1), dei costi contabilizzati dei servizi (art. 10, comma 5, e 32 comma 2), delle opere pubbliche (art. 38, comma 2), degli interventi straordinari e di emergenza (art. 42, comma 2) e del catalogo dati, banche dati e metadati (art. 53, comma 1-bis);
C2) non mancano enti che più che sull’oggetto della standardizzazione si soffermano sulle modalità della stessa; a questo riguardo alcuni enti hanno suggerito che, affinché l’esigenza di standardizzazione sia efficacemente assolta, ogni qualvolta sia suggerita dall’ANAC la pubblicazione in formato tabellare sia di dati strutturati sia di testi (file) è opportuno che i modelli siano individuati con appositi template, definendo anche il formato della composizione (tipo, descrizione) in modo da poter favorire un confronto tra i dati e il loro eventuale riutilizzo;
C3) c’è chi, invece, suggerisce le sezioni da standardizzare. ​​​​​​​
Fonte: Anac Progetto trasparenza > Monitoraggio conoscitivo sulla esperienza della trasparenza
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