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19/12/2016 Compiti e funzioni dell'Agenzia regionale anticorruzione per la Lombardia

Nella Relazione 2016 viene evidenziato che, secondo la legge istitutiva (L.R. 17 marzo 2016, n. 5, come modificata dalla L.R. 5 agosto 2016 n. 19), l’Agenzia Regionale Anti Corruzione (ARAC) per la Lombardia e' chiamata a contribuire “all’attivita' di prevenzione e contrasto della corruzione e dell’illegalita' nella Regione e negli enti del sistema regionale”... “operando a supporto dei Responsabili della prevenzione della corruzione (RPC)” (art. 2 “Missione”).

La missione di prevenire e contrastare la corruzione caratterizza l’ARAC come componente di un piu' ampio sistema di controlli e di vigilanza a presidio delle regole che non puo' avere solo valenza collaborativa verso la governance delle amministrazioni pubbliche e quindi verso i centri di responsabilita' politica e amministrativa. Ma deve richiamare tutti i soggetti a svolgere fino in fondo il proprio ruolo prendendo le necessarie decisioni in base all’ordinamento vigente.

ARAC non ha poteri sanzionatori, ne' ha funzioni ispettive in senso stretto. Tuttavia, inserisce la sua azione nei canali di relazione verso gli organi istituzionalmente preposti al contrasto dell’illegalita', ANAC, e RPC degli enti che rispondono alla stessa ANAC, Corte dei Conti e in ultima istanza la Magistratura ordinaria.

Inoltre ARAC ha una funzione propositiva e di coordinamento dei controlli nell’ambito del sistema regionale lombardo.

Questi due orientamenti di fondo, l’inserimento in un piu' ampio sistema di vigilanza nel cui ambito i poteri di intervento diretto spettano ad altri organi e l’attribuzione di un ruolo di coordinamento da esercitare soprattutto sul terreno propositivo e ideativo, giustificano la configurazione dell’Agenzia come struttura agile (composta dai cinque membri del Consiglio e da un nucleo di funzionari molto contenuto), dotata di un budget altrettanto limitato, che resta quindi organismo interno alla Regione Lombardia, indipendente rispetto alla gerarchia politica e amministrativa ma non dotato di personalita' giuridica autonoma.

La strategia di ARAC, come si inizia a delineare con la relazione 2016, si sforza di valorizzare queste caratteristiche di partenza, che potrebbero diversamente essere percepite come limitazioni della possibilita' di svolgere un’azione efficace.

L’intento strategico e' cosi' definito nel senso di agire come centro di riferimento per un complesso di iniziative rivolte a rafforzare, innervare e rivitalizzare la prassi dei controlli, producendo stimoli e operando a sostegno per i diversi soggetti e organismi che operano a vario titolo in qualita' di “controllori” nell’ambito del sistema regionale; tra questi si possono considerare gli RPC ma anche le strutture di audit, i collegi dei revisori e dei sindaci, gli OIV, il Comitato regionale dei controlli, il Comitato per la legalita' e la trasparenza dei contratti pubblici, ecc.. Migliorare le connessioni tra controlli interni ed esterni rappresenta poi il necessario complemento di questa funzione. Ma non e' da trascurare, naturalmente, la possibilita' di sviluppare proposte per la modifica o l’integrazione dell’assetto attuale di organismi e di strumenti del controllo.

In una prospettiva dinamica ed evolutiva, ARAC puo' valersi della propria posizione di organismo indipendente, non vincolato da un assetto gerarchico, da compiti fortemente strutturati e da oneri amministrativi, per operare nella logica del soft power e di una liberta' di movimento nell’ampio spettro delle materie oggetto della legislazione sulla trasparenza e l’anticorruzione.

Attraverso organismi di questo tipo e' forse possibile, meglio che con soluzioni piu' strutturate, avviare una sperimentazione di forme di intervento piu' leggere, che aiutino ad uscire dal circuito ristretto tecnico e impersonale del controllo formale per mettere in moto una sfera di attori piu' ampia.

In questa prospettiva si pone anche la collaborazione con ANAC (che l’art. 4, comma 1, lettera d), della legge istitutiva di ARAC prevede oggetto di intesa stipulata dalla Regione) nel senso espresso dalla stessa Autorita' Nazionale quando cosi' sintetizza la propria missione:

“La chiave dell’attivita' della nuova ANAC, nella visione attualmente espressa e' quella di vigilare per prevenire la corruzione creando una rete di collaborazione nell’ambito delle amministrazioni pubbliche e al contempo aumentare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse, riducendo i controlli formali, che comportano tra l’altro appesantimenti procedurali e di fatto aumentano i costi della pubblica amministrazione senza creare valore per i cittadini e per le imprese”.

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