Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-09990
presentato da SORIAL Girgis Giorgio
testo di Venerdì 24 luglio 2015, seduta n. 468
Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. Per sapere, premesso che:
come si apprende dal Rapporto 2014 dell'unita’ informazione finanziaria (UIF) di Bankitalia, le segnalazioni di operazioni sospette legate al fenomeno del riciclaggio sarebbero in crescita: nel 2014, l'UIF ha ricevuto circa 71.700 segnalazioni di operazioni sospette (quasi 7 mila in piu’ rispetto al 2013), confermando il trend di crescita che, dalle 12.500 segnalazioni del 2007, ha portato a incrementare di quasi sei volte il flusso annuo;
secondo il Rapporto dell'UIF «Le minacce di riciclaggio in Italia sono significative a causa della diffusione e della pervasivita’ della criminalita’ organizzata, della corruzione e dell'evasione fiscale» e «la corruzione rappresenta una minaccia estremamente preoccupante per il nostro sistema economico-sociale» perche’ «la diffusa percezione del fenomeno mina la fiducia del cittadino nelle istituzioni e nella politica»;
come spiega il responsabile dell'Unita’, Claudio Clemente, le segnalazioni sono la parte emergente di una potente e capillare azione di scrutinio dell'attivita’ economica che gli operatori svolgono a fini di contrasto del riciclaggio e che hanno riguardato anche comparti diversi dall'intermediazione bancaria, quali il risparmio gestito, il private banking, il trading online e l'operativita’ degli istituti di pagamento; per la prima volta l'Unita’ ha, inoltre, effettuato accertamenti presso societa’ di revisione, esercenti attivita’ di custodia e trasporto di valori e operatori di gioco;
il rapporto evidenzia come la corruzione sembra essere divenuta anche il mezzo attraverso il quale forme sempre piu’ evolute di criminalita’ organizzata, che hanno sempre meno bisogno di ricorrere all'intimidazione e alla violenza, perche’ mirano a integrarsi nelle istituzioni minandole dall'interno, si infiltrano nell'apparato pubblico, orientandone le scelte e cosi’ riuscendo ad entrare anche in contesti diversi da quelli tradizionali;
sembrerebbe che gli uffici della pubblica amministrazione siano particolarmente esposti all'incidenza della corruzione per gli appalti e i finanziamenti pubblici, ma, nonostante cio’ e nonostante siano sempre stati ricompresi nel novero dei soggetti obbligati alla segnalazione, mostrino ancora scarsa sensibilita’ per l'antiriciclaggio e in questo modo risultino piu’ vulnerabili;
nella stragrande maggioranza dei casi (85%), le segnalazioni sono arrivate alla UIF della Banca d'Italia, arrivano dalle banche o dalle Poste e solo il 4% dai professionisti, mentre «e’ pressoche’ nullo» l'apporto degli uffici della pubblica amministrazione, e a questo proposito il direttore Claudio Clemente afferma che l'Italia deve contrastare «una zona grigia di operatori finanziari disponibili a rendersi strumento del riciclaggio» e che occorre «una scelta di campo tra rifiuto del riciclaggio e connivenza»;
dal rapporto emerge come i centri finanziari off-shore restino un punto fermo per i flussi internazionali di denaro dal nostro Paese: secondo le stime attraggono un volume di liquidità del 30% superiore rispetto a quanto giustificato «dai fondamentali economici e socio-demografici»;
nel rapporto sul 2013 emerge che l'importo complessivo segnalato delle operazioni segnalate lo scorso anno e’ di 84 miliardi di euro;
con l'intensificarsi della crisi economica «e’ stata osservata una maggiore diffusione del fenomeno dell'usura, testimoniata da segnalazioni di operazioni sospette raddoppiate nel 2013 rispetto all'anno precedente»; sono stati poi rilevati, in particolare, utilizzi distorti dei finanziamenti pubblici e tra le nuove tendenze non mancano i tentativi di appropriazione attraverso i «compro-oro» e i furti di identite’ online, con relativi acquisti fraudolenti sfruttando le identite’ rubate;
nell'interrogazione del 13 giugno del 2014 presentata dall'interrogante ed a tutt'oggi senza risposta, si evidenziava come il costo della corruzione sia altissimo: secondo uno studio di Unimpresa sui costi dell'illegalita’, in dieci anni la corruzione avrebbe «mangiato» ben 100 miliardi di euro di prodotto interno lordo in Italia, facendo diminuire gli investimenti esteri del 16% e facendo al contempo aumentare del 20% il costo complessivo degli appalti; inoltre, si sottolineava come la corruzione abbia un impatto molto grave sulla crescita del Paese, perche’ altera, innanzi tutto, la libera concorrenza e favorisce la concentrazione della ricchezza in mano a coloro che accettano e beneficiano del mercato della tangente a scapito di coloro che invece si rifiutano di accettarne le condizioni; le aziende che operano in un contesto corrotto infatti crescono in media del 25% in meno rispetto alle concorrenti che operano in un'area di legalita’, e, in particolare, le piccole e medie imprese hanno un tasso di crescita delle vendite di oltre il 40% inferiore rispetto a quelle grandi.
Tanto premeso l’interrogante chiede:
se i Ministri interrogati siano al corrente dei fatti esposti in premessa e se non intendano impegnarsi e in che modo, per quanto di competenza, ad attivare delle strategie per contrastare maggiormente quella zona grigia di operatori finanziari disponibili a rendersi strumento del riciclaggio;
se i Ministri interrogati non considerino necessario chiarire le motivazioni della mancata partecipazione delle pubbliche amministrazioni alle operazioni di segnalazione delle operazioni sospette e non intendano, altresi’, adoperarsi per promuovere una campagna di sensibilizzazione al problema, per rendere meno vulnerabili le pubbliche amministrazioni alla corruzione, considerato il grave danno che quest'ultima arreca alla collettivita’.
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