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03/06/2014 Interpellanza n. 4-04852 in materia di inconferibilita' di incarichi in caso di condanna per reati contro la P.A.

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04852

presentato da DADONE Fabiana

testo di Venerdì 16 maggio 2014, seduta n. 230

Presidente del Consiglio dei ministri. Per sapere, premesso che:

  • il 9 aprile 2014 Romilda Rizzo, Antonio Martone e Alessandro Natalini, rispettivamente ex presidente e componenti dell'Autorita’ nazionale anti corruzione e per la valutazione e la trasparenza delle Amministrazioni pubbliche, ex Civit, oggi ANAC, hanno trasmesso una serie di considerazioni, contenute nel documento «Problemi aperti in materia di prevenzione della corruzione, trasparenza e performance e proposte di semplificazione», all'indirizzo del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione;

  • in particolare il documento segnalava alcune problematiche in materia di corruzione e trasparenza che i tre alti funzionari hanno inteso sottoporre all'attenzione del Ministro affinche’ quest'ultimo si adoperasse per risolverli;

  • in primo luogo si specifica come, con il decreto legislativo n. 39 del 2013 convertito dalla legge n. 98 del 2013 che trasferisce funzioni consultive dall'Autorita’ al Ministero stesso, quest'ultimo debba ancora fronteggiare e risolvere con direttive o circolari ministeriali le «numerose questioni sollevate da pubbliche amministrazioni ed enti in ordine all'applicazione dell'articolo 3 in tema di inconferibilita’ di incarichi in caso di condanna per reati contro la pubblica amministrazione»;

  • segue la rilevazione, peraltro gia’ presente nel «Rapporto sul primo anno di attuazione della legge n. 190 del 2012», della opportunita’ di intervenire legislativamente per risolvere «l'asimmetria tra le situazioni di inconferibilita’ e incompatibilita’ previste per i dirigenti statali e quelli di amministrazioni regionali e locali di societa’ in controllo pubblico presenti del decreto legislativo n. 39 del 2013»;

  • secondo i tre alti funzionari «in generale, vanno chiariti i profili di applicazione della legge n. 190 del 2012, stante la genericita’ delle previsioni normative al riguardo, e i continui tentativi, promossi da piu’ parti, per rimanere al di fuori dell'ambito di applicazione» e si riporta il caso esemplare della SEA spa che in un ricorso avrebbe richiesto l'annullamento del piano nazionale anticorruzione;

  • secondo quanto riportato nel documento in questione, l'Autorita’ avrebbe segnalato inoltre le preoccupazioni relative all'ambito di riferimento degli enti economici e delle societa’ controllate e partecipate per il quale sussistono interpretazioni (come quelle riportate nella circolare ministeriale n. 1/2014) che limitano «l'ambito soggettivo di applicazione delle norme sulla trasparenza a un settore che, come testimoniato anche da recenti fatti di cronaca, dovrebbe essere, invece, oggetto di particolare attenzione nelle politiche di prevenzione»;

  • la stessa Autorita’ avrebbe quindi deciso, di fronte a interpretazioni dello stesso Ministero, risultate essere difformi o limitative dell'applicazione della normativa, di sospendere i riscontri e i controlli in merito agli obblighi di trasparenza da parte delle societa’ partecipate al fine di «non ingenerare ulteriori incertezze applicative»;

  • circolare, quella succitata, che peraltro l'Autorita’ avrebbe conosciuto solo attraverso la pubblicazione on line sul sito del Ministero dimostrando quindi una evidente mancanza di quel necessario coordinamento che dovrebbe sussistere tra le attivita’ dello stesso Ministero e quelle dell'ANAC. Coordinamento che dall'Autorita’ ritengono fondamentale non solo per «l'efficace attuazione della normativa anticorruzione» e per «evitare condizioni di incertezza» ma soprattutto per «facilitare i flussi informativi senza pregiudicare l'attivita’ di vigilanza»;

  • il nuovo presidente dell'Autorita’, Raffaele Cantone, dichiarava in una intervista a La Repubblica, il 20 aprile 2014, che «l'obiettivo dell’Authority non e’ quello di combattere la corruzione gia’ avvenuta, ma di provare a prevenirla. Questa e’ la grande scommessa della legge del 2012», corroborando quanto ritenuto di importanza fondamentale da chi lo ha preceduto e sostenendo quindi la necessita’ di risolvere le condizioni di debolezza e inefficacia insite nella normativa vigente e nel DNA dell'ANAC;

  • l'8 maggio un blitz della Guardia di finanza e della direzione investigativa antimafia ha scoperchiato quella che e’ stata definita dagli inquirenti una vera e propria «cupola degli appalti» che avrebbe gestito il sistema delle attivita’ e degli affidamenti dei lavori relativi all'Expo 2015 di Milano. A seguito della notizia del coinvolgimento trasversale di alcune figure della politica locale e nazionale, attuale e della cosiddetta Prima Repubblica come Primo Greganti, ex Pci, Pds e Ds, gia’ implicato nelle indagini di Tangentopoli; Gianstefano Frigerio e Angelo Paris, entrambi ex Forza Italia; Luigi Grillo, ex Dc; Sergio Cattozzo, ex Udc; il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ha annunciato l'11 maggio la formazione di una non meglio definita task force anticorruzione ad hoc per l'Expo. A ventiquattro ore di distanza, la stessa task force ad hoc sembra essere stata inglobata nella gia’ esistente Authority guidata da Raffaele Cantone, affidata allo stesso presidente ANAC;

  • oggi l'ANAC e’ costituita di fatto dal solo presidente, Raffaele Cantone, poiche’ a seguito delle dimissioni degli ultimi quattro componenti, non risulta alcun sostituto in carica; essa rappresenta di fatto al momento una Autorita’ monca sotto il profilo organizzativo;

  • la decisione, apparentemente coerente, di riportare sotto la guida del presidente Cantone e dell'ANAC il controllo e la prevenzione di casi di corruzione nell'Expo avviene in una condizione quindi di estrema debolezza, per i motivi di cui sopra, in cui versa l'Autorita’ e, in generale, per il complesso normativo in cui la stessa Authority deve muoversi;

Tanto premesso l'interrogamte chiede:

  • se il Governo sia a conoscenza delle problematiche illustrate;

  • se il Governo abbia cognizione della debolezza intrinseca dell'Anac, stante quanto riportato dagli stessi dirigenti della Authority e l'assenza dei componenti ad esclusione del presidente Cantone;

  • se e come il Governo intenda affrontare le problematiche di ordine interpretativo, regolamentare e applicativo illustrate dai dirigenti dell'Autorita’ nazionale anti corruzione;

  • se e come il Governo intenda rafforzare l'Autorita’ anticorruzione alla luce dell'incarico che dovrebbe esser conferito al Presidente Cantone dallo stesso Presidente del Consiglio dei ministri alla luce delle indagini e degli arresti relativi agli appalti per l'Expo 2015 di Milano.

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